Ecuba di
Marina Carr è una
straordinaria drammaturgia ancora sconosciuta in Italia, che - con una scrittura tesa ed ipnotica - attraversa e reiventa il grande originale euripideo, per ritrovarne un messaggio incandescente che continua a parlare all’uomo contemporaneo. Marina Carr compie
un’ardita operazione di rimontaggio dei materiali della tragedia antica, costruendo una vertiginosa narrazione ad incastro tra i personaggi: Ecuba e Agamennone, Cassandra e Polissena, Polimestore, Odisseo, Polidoro, Neottolemo diventano i narratori al tempo stesso interni ed esterni di una vicenda di guerra e sopraffazione terribile che si ripete senza fine nella storia umana. In una sorta di luogo sospeso, uno spazio immaginario fuori dal tempo – come a tutti gli effetti è il palcoscenico – riaffiorano dalla mente dei personaggi le azioni e le vicissitudini che li hanno visti protagonisti.
Un racconto dal ritmo serrato e concatenato, dove le descrizioni accurate delle azioni, dei delitti, delle passioni e degli affetti rimbalzano da un personaggio all’altro,
tracciando le coordinate di un mito sanguinoso ed eterno che progressivamente si reinventa e ricostruisce nella lotta verbale dei protagonisti, convocati a far riemergere gli eventi dal pozzo profondo del passato, per dar loro nuova vita e voce. Dominante e ineluttabile è il grande
tema della guerra. In Ecuba la guerra non è più un fatto solamente storico o mitologico, ma diviene uno scontro diretto e feroce nella mente dei personaggi. Il conflitto diventa privato, interiore, interno alle relazioni umane, riverberando una violenza inaudita nei rapporti che innesca una drammatica riflessione sulla capacità di sconvolgimento e distruzione che la guerra reca nell’uomo e all’uomo.
Nel testo di Marina Carr
rivive tutta la tragedia degli antichi e c’è tutta la tragedia dei contemporanei: c’è l’universale disperazione di una madre, la lotta dei figli, la crudeltà ed il sopruso dei vincitori, l’esilio e l’umiliazione dei vinti. Un registro stilistico e narrativo innovativo e potente, a metà tra il racconto ed il vissuto, tra l’essere presente a sé stessi e lo staccarsi dal presente e da sé – forse per la troppa violenza che quel presente rappresenta – rende questo testo davvero unico e magnetico.
Andrea Chiodi raccoglie la sfida di un confronto con questa drammaturgia ardua e magistrale, dando vita a uno spettacolo corale ed emozionante. A fianco di un’artista del calibro di
Elisabetta Pozzi, alcuni dei più grandi attori della nuova scena italiana come
Federica Fracassi e
Fausto Cabra.
Di
Marina Carr
Traduzione di
Monica Capuani
Regia di
Andrea Chiodi
Con
Elisabetta Pozzi,
Federica Fracassi,
Fausto Cabra,
Alfonso Veneroso,
Valentina Bartolo,
Luigi Bignone,
Alessandro Bandini,
Alfonso De Vreese,
Alessia Spinelli
Scene
Matteo Patrucco
Luci
Cesare Agoni
Costumi
Ilaria Ariemme
Musiche
Daniele D'Angelo
Produzione
Centro Teatrale Bresciano
Biglietto intero: 28,00 euro
Biglietto Over 65: 24,00 euro
Biglietto Under 30: 18,00 euro