Un paese tra città e collina, così vicino al capoluogo Vicenza, ma allo stesso tempo già aperto al contatto con la natura grazie anche ad una interessante rete di sentieri. Costabissara è però anche ricco di antiche costruzioni, che testimoniano la particolare vitalità del territorio, pure in epoche lontane.

I primi insediamenti nel territorio ora occupato dal Comune di Costabissara, sembrano risalire all’antica civiltà paleoveneta, che fiorì nell’area delle tre Venezie agli albori dell’età del ferro, a partire dal ‘900 a.C. circa. Nei secoli successivi, la storia di Costabissara seguì le alterne vicende di quelle di Vicenza. Verso la metà del VI secolo, i Longobardi penetrarono in Italia dalla Alpi Orientali, occupando prima Porum Julii (attuale Cividale) e proseguendo poi lungo la Via Postumia fino a conquistare Treviso, Vicenza e Verona.

I Longobardi, una volta conquistata Vicenza provvidero, secondo un metodo di conquista a loro usuale, a scaglionare nei luoghi strategici considerati più importanti dei nuclei armati, denominati “parimannie”. Vennero così presidiate le vie d’accesso a Vicenza e le vie d’imbocco delle valli del Brenta, dell’Astico e del Chiampo. Tra le “parimannie” lasciate a protezione del ducato di Vicenza, lo storico Previtali cita anche la Chiesa di San Giorgio di Costabissara.

Sotto il regno di Teodolinda (590-604) avviene la conversione al cattolicesimo di parte della popolazione longobarda; matura così un nuovo clima culturale al quale sembra richiamarsi la chiesetta protocristiana di San Zeno. Al dominio longobardo segue quello dei Carolingi; verso la fine del IX secolo Vicenza è devastata dalle invasioni degli Ungari. E’ possibile pensare che risalga a quest’epoca la costruzione dell’antica torre del castello di Costabissara che fu dei Bissari e poi della famiglia De Buzzaccarini.

Notizie più precise e documentate sulla storia di Costabissara sono rintracciabili solo a cavallo tra l’XI e il XII secolo. A questo periodo, le fonti storiche fanno risalire l’investitura del feudo di Costabissara alla famiglia Maltraverso. Ai Maltraverso successero al tempo altre illustri famiglie (i conti Della Costa, il giudice Giacomo Barretta, i conti di Lazzo), finchè il 5 gennaio 1285 i diritti sulla villa di Costa Fabrica vennero consegnati a Gualdinello Bissari. Il fatto che le investiture feudali fossero conferite ai feudatari di Costabissara dal Vescovo di Vicenza, testimonia che esso era un feudo vescovile, con ogni probabilità appartenente al patrimonio originario della chiesa vicentina.

Il Comune di Costabissara si reggeva, come tutti i Comuni soggetti al territorio vicentino, con leggi basate sullo statuto che regolava la città del capoluogo, ma le nobili famiglie che dai Vescovi della città venivano investite di detto feudo, godevano di privilegi e diritti speciali, riconosciuti anche dalla Repubblica Veneta. Costabissara godette sempre di grande autonomia, costituendo un Vicariato indipendente soggetto solo alla città di Vicenza. Con l’avvento del periodo napoleonico, Costabissara subì le stesse sorti di tutto il territorio soggetto alla Repubblica Veneta: nel 1810 il suo Vicariato fu soppresso, con un decreto del Vicerè d’Italia Eugenio Bèauharnais. La famiglia Bissari continuò a governare su Costabissara fino al 1859, anno in cui si uccise l’ultimo discendente della stirpe, Girolamo Enrico Sforza. Con l’Unità d’Italia nel 1866 il Comune ebbe il titolo di Municipio.

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